Descrizione: Descrizione: Riposare - copertina piccolaFranco Del Moro

RIPOSARE NEL CUORE DELLA TEMPESTA

Il coraggio di esporsi alla sofferenza senza perdere la serenità

 

SECONDA EDIZIONE RIVISTA E AMPLIATA

(PP. 285; € 18,00, ISBN 88-89621-00-1)

 

 

Questa nuova edizione di Riposare nel cuore della tempesta sono due libri in uno.

La prima parte è l’edizione originale rivista e corretta, la seconda parte (costituita da oltre 150 pagine), sono testi recenti scritti durante la ‘tempesta’ causata dall’emergenza sanitaria, nei quali viene approfondita la natura spirituale della crisi, e le risorse interiori a cui far ricorso per non farsi travolgere dagli eventi.

 

 

Hanno attaccato l’anima e ne siamo usciti più forti

 

Questo è un libro che prende per mano il lettore e lo accompagna attraverso i territori dove si scatenano le più grandi tempeste, siano esse tempeste dell'anima o che investono il mondo e la vita reale.

Per chi si lascia condurre è un invito a imparare a riconoscere la radice spirituale degli eventi e comprendere la loro ragion d'essere, che riguarda sempre la nostra crescita interiore. È anche un invito a "ricorrere in dosi massicce alla creatività" per far fronte alle difficoltà del presente e alle sfide del futuro.

 

Persino la malattia andrebbe riconsiderata: quanto diventiamo più vulnerabili per colpa della paura che un sistema corrotto di potere si ostina ad alimentare, e quanto invece diventiamo più forti nel momento in cui alziamo lo scudo della consapevolezza e attiviamo le risorse biofile della nostra Anima?

Siamo impermeabili alle malattie soltanto fino a quando siamo protetti da sogni, che servono da scudo alla nostra salute su un livello dove la densità molecolare non ha alcun effetto; ma senza questi sogni siamo privi di forze, deboli, vulnerabili... I sentieri per uscire dagli impasse dell'anima sono dunque accessibili a chiunque, senza preclusione alcuna, diversificati per forma e sostanza affinché chiunque possa seguire quelli più affini alla sua natura e alla qualità dei suoi talenti.

Per scoprirli è richiesto un solo requisito: il desiderio di provarci. A parte questo, tutto il resto si trova in Natura.

 

 

Ci sono problemi lontani da noi, problemi vicino a noi, e problemi dentro di noi. Disgiungere questi tre livelli è un errore: forse il malessere di un indivi­duo non influenza la politica estera di un paese politicamente spregiudicato, ma è senz’altro vero il contrario, quindi non possiamo capire le ragioni del disagio che è in noi se insieme non ci occupiamo anche del disagio che è intorno a noi, e lontano da noi.

Questo ci porta dritto a comprendere che le soluzioni, siano esse corali op­pure individuali, agiscono in un punto preciso dello spazio ma la loro eco arriva a tutti i livelli: ecco perché quello che facciamo alla nostra anima è come se lo facessimo all’intero cosmo.

Del resto questa è anche una legge fisica: l’universo è retto da quattro forze, e queste quattro forze sono le più democratiche del mondo: valgono tanto per un atomo quanto per una costellazione di galassie.

 

Questo è il motivo per cui prima di sforzarsi di aggiustare i problemi del mondo, quelli lontani da noi, conviene impegnarsi per cercare di aggiustare i problemi vicino e, prima ancora, quelli dentro di noi. Sembra poco, ma è tutto quello che possiamo fare qui, ora.

E se avremo fatto bene questo lavoro, la risonanza del nostro operato, invece, attraverserà l’intera volta cele­ste…

 

*    *    *

 

«Così come nei lavori che lo hanno preceduto, anche in questo libro cerco di disvelare la filigrana nascosta e la vera essenza della realtà, perché la prima forma di cura è la conoscenza, ma soprattutto cerco di offrire anche uno spazio di quiete, nel quale far riposare la mente e lo spirito, prima di tornare ad affrontare la tempesta, facendo mio questo spunto offerto da Carl Gustav Jung, uno dei miei punti di riferimento culturali: a quanto possiamo discernere, l'unico scopo dell'esistenza umana è di accendere una luce nell'oscurità del mero essere...»

 

 

*    *    *

 

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Se insieme a “Riposare nel cuore della tempesta” ordini anche “Silenti ed Eretici”, li pagherai 24 euro (anziché 34)

e insieme ti spediremo anche l’ultimo numero di Ellin Selae.

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Descrizione: Descrizione: Riposare del cuore della tempesta - COPERTINA

 

L’acquerello per la copertina realizzato da Michela Genovesi

Carl Gustav Jung

 

Chi guarda fuori di sé sogna, chi guarda dentro si desta.

Carl Gustav Jung

 

 

 

Descrizione: Descrizione: Descrizione: Franco ritratto (1)

FRANCO DEL MORO, ha fondato nel 1991 la rivista letteraria Ellin Selae, che tuttora dirige e sulla quale scrive regolarmente.

Ha pubblicato con vari editori una quindicina di libri spaziando fra narrativa e saggistica.

Fra quelli inerenti i temi qui trattati e pubblicati da Ellin Selae, vanno segnalati: Silenti ed Eretici; Cose che capitano e piccoli misteri; I 3 veleni dell'Anima e i loro antidoti; Il Dubbio necessario; Non meno degli alberi e delle Stelle.

 

Oltre che scrittore è anche compositore e musicista; sempre con Ellin Selae ha pubblicato alcuni album di musica orchestrale e sinfonica.

 TROVI QUI approfondimenti sulla sua musica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perché è importante leggere questo libro?

 

Questo è un libro che ci parla del nostro tempo.

 

In particolare, ci parla di un aspetto critico del nostro tempo che viene facilmente rimosso: l’infelicità.

L’infelicità… questa forza aspra, apparentemente inspiegabile (ma non eravamo in un’epoca di benessere?), che avvolge con le sue tinte fosche l’esistenza di un numero di persone ogni giorno sempre più elevato, e che sta modellando un mondo sempre più problematico, sempre più cupo.

 

Sembrerà un po’ azzardato, oltre che indigesto, questo approccio al problema, perché l’editoria moderna di solito tende a prendere in considerazione soltanto i libri di natura opposta: quelli che parlano di felicità, che descrivono un mondo meraviglioso pieno di fantastici doni a portata di mano, che pretendono di insegnare facili tecniche per ritrovare senza sforzo la luce, la gioia e l’amore perduti…

 

Invece, a discapito di certe mode che tendono a risolvere i problemi semplicemente negandoli, sempre più intellettuali e studiosi contemporanei (si pensi a Tiziano Terzani o a James Hillman), insieme ad artisti, poeti, scrittori e registi, denunciano con forza il dilagare di una spinta nichilista di ‘nuovo tipo’ nella vita delle persone.

Spinta che si fa, di anno in anno, sempre più forte e insidiosa rispetto al passato, e parlano di questo come di un problema che non si può e non si deve ignorare o sottovalutare…

Nelle prime settimane del 2005 è stato diffuso un rapporto allarmante, che pochi giornali hanno riportato (e presto rimosso): per la prima volta in Europa il suicidio è diventato la prima causa di morte violenta fra la popolazione, superando persino i morti per incidenti stradali e gli omicidi.

Forse il nostro modello sociale ha più problemi di quanti è disposto ad ammetterne…

Forse come raccontava Michael Ende ne La Storia Infinita, il Nulla avanza ogni giorno sempre più e sta fagocitando un po’ alla volta quello che resta della nostra anima…

Ma non solo i libri, anche grandi film di successo raccontano di questo pericolo latente nel nostro tempo: Il Signore degli Anelli è la lotta delle forze vive e naturali contro l’anello, simbolo del “potere”, e le sue orrende legioni; Harry Potter contrasta con la magia della vita il tentativo da parte di forze oscure di prendere il predominio sugli uomini; i pochi uomini ‘consapevoli’ di Matrix combattono contro il feroce e sterile mondo delle macchine e della tecnologia che ha ridotto in schiavitù l’intero pianeta sostituendosi, addirittura, alla realtà…

Non sono forse queste tutte metafore romanzesche di qualcosa che probabilmente sta succedendo realmente?

Non sarà forse che l’immaginazione creativa degli scrittori, attingendo direttamente all’inconscio collettivo dell’umanità, ci sta mostrando, come sempre ha fatto, quello che realmente succede nel mondo, al di là della cronaca, attraverso i molteplici linguaggi dell’arte?

In questo mondo, qui, ora, adesso, e nelle nostre stesse vite…

 

Dicono i sociologi e gli psichiatri che da alcuni anni il semplice esistere è, per un numero sempre maggiore di persone, motivo di tristezza, di sofferenza, di angoscia, spesso senza un vero perché.

La sfiducia, la rinuncia alla speranza, la paura del futuro sono i tratti psichici più diffusi, soprattutto fra i giovani.

Ognuno di noi cerca di curare come può le sue ferite interiori: ricorrendo alle sostanze (legali e non); scappando (letteralmente) dai luoghi della vita quotidiana ad ogni occasione; affogando la coscienza nei mille canali televisivi delle moderne televisioni; sostituendo la convivialità e la socialità con tastiere di plastica collegate a cavi telefonici…

Tutti siamo, chi più chi meno, mendicanti di senso, e questo ci rende sovente persone aggressive, negative, ambiziose, che prendono senza dare…

Eppure ben poche istituzioni (e neppure gli individui) pongono la lotta contro il nichilismo e il problema della formazione di individui più equilibrati e gioiosi, nella lista delle priorità, nei piani di intervento sociale, nei programmi scolastici, nei doveri verso sé stessi e il prossimo…

Occuparsi della propria anima non viene ritenuto un provvedimento fondamentale per costruire realmente un società più equa, più sana, più piacevole e con meno conflitti.

Eppure sarebbe l’unico gesto che può realmente favorire la parte migliore che è latente in ogni Paese, sia in senso politico, economico e, soprattutto, spirituale.

 

Per questo non dovrebbe essere troppo difficile capire che è un grave errore, una tragica miopia, non porsi il problema di arrestare il dilagare di una visione nichilista dell’esistenza, perché infatti quasi tutte le notizie che riempiono ogni giorno le pagine dei giornali sono direttamente collegabili a questa recente tara della nostra cultura: il deficit da scarsa infelicità.

Recente, certo, perché l’Occidente in passato era in realtà andato vicinissimo a una visione di società realmente evoluta e spiritualmente matura: nel Rinascimento si innalzavano monumenti all’Anima, alla Bellezza, alla Poesia… e ancora prima, nel Medio Evo, un’era che oggi consideriamo “oscura”, c’erano uomini come Federico II che avevano affidato agli artisti e ai poeti maggiore influenza nella vita dello Stato rispetto ai notabili e ai capitani d’armata, e capito che soltanto gli scambi culturali con le altre culture potevano dare a un impero la vera ricchezza di cui aveva bisogno. Federico II invitava alla sua corte i filosofi, i saggi e i poeti d’Oriente affinché arricchissero il nostro popolo con la loro cultura, e con lo stesso obbiettivo mandava i nostri artisti e scienziati nei paesi arabi per acquisire le loro conoscenze e la loro sapienza.

 

Sebbene queste fossero le nostre vere radici, da un certo punto in poi l’incantesimo si è rotto e abbiamo sterzato verso la costruzione di un mondo totalmente diverso, abbiamo sbarrato la strada all’Umanesimo, e spalancato le porte al ‘nulla’.

Oggi in Oriente non mandiamo più artisti, scienziati e filosofi.

Oggi gli mandiamo gli eserciti.

Da un certo punto in poi abbiamo preferito il potere alla bellezza, il profitto alla poesia, la razionalità all’arte.

E i risultati sono, appunto, quelli che vediamo in televisione e leggiamo tutti i giorni sui giornali.

 

Questo libro non si propone certo di risolvere problemi macroeconomici (e come potrebbe?), eliminare in quattro e quattr’otto le piaghe sociali, o fornire la mappa sicura  per trovare il tesoro della felicità… niente di tutto questo. Si accontenta soltanto di fornire al lettore (ossia a singoli individui) alcuni strumenti critici necessari per disvelare le menzogne che ci circondano, e qualche consiglio per cercare di tenere a bada gli istinti nichilisti, a cominciare da una ovvia quanto trascurata verità: la sofferenza è parte costituente della vita e non la si potrà mai eliminare; la si può invece accogliere senza rabbia né rancore. Facendo questo, sarà subito meno dura da sopportare.

Al lettore sono offerti alcuni validi strumenti mentali da usare in caso di necessità ma, alla fine, il vero lavoro dovrà farlo da sé: da sé dovrà cercare la sua unica e autentica via per vivere, perché, come dicevano gli antichi, “la verità è una valle senza sentieri”…

 

 

 

 

 

 

 

 

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